Quel “senso di vuoto”

Spesso nella mia pratica clinica mi trovo ad ascoltare i racconti dei miei pazienti che mi parlano di una sensazione di VUOTO. Il vuoto interiore è una delle modalità più diffuse con le quali si manifesta e si comunica ai professionisti un disagio psicologico alludendo ad un vago senso di non vitalità e apatia che può avere tuttavia connotazioni diverse fra loro. Ma che cos’è esattamente il VUOTO in psicologia?

Immaginiamo di possedere un luogo al nostro interno in cui sono custoditi i nostri sogni e desideri, un’energia vitale ricca di stimoli, affetti e scopi; paragoniamolo ad un “Pozzo dei Desideri” in cui all’interno c’è dell’acqua. Il nostro Pozzo è il luogo tranquillo dove trascorrere il tempo, è una sicurezza nei periodi di siccità, ci dà la forza e ci disseta. Questo Pozzo si alimenta della nostra storia e di quello che ci fa stare bene.

E se ad un certo punto della nostra vita questo Pozzo si ritrovasse completamente vuoto? Privo di acqua? Se fosse un pozzo arido, senza vita?

Sentire quel vuoto è una sensazione che ci crea inquietudine, paura, terrore, tristezza, depressione. Al suo interno ci sentiremmo lo sterile eco della nostra voce, la quale ci mette di fronte alla solitudine di noi stessi, il nostro Vuoto.

Una delle risposte automatiche che mettiamo in atto quando ci si trova in questa situazione è di chiudere il Pozzo, per evitare che ci si possa buttare al suo interno, perdendo la vita o rimanendone bloccati dentro. Ma se chiudiamo il nostro Pozzo non ascoltiamo più i nostri desideri e bisogni. La paura di prendere coscienza di questo vuoto può congelarci a tal punto da non farci entrare neanche quella poca acqua che con grandissima fatica gli eventi e i nostri affetti cercano di riversarci al suo interno.

La sensazione di vuoto interiore comprende diversi vissuti emotivi ed è presente in numerosi disturbi, tra cui quello narcisistico, borderline e depressivo. 

Il vuoto nel narcisista è una mancanza di senso che diventa una mancanza di scopo della propria esistenza, del darsi una direzione nella vita.

Nel Disturbo Depressivo il vuoto è una conseguenza della perdita dell’oggetto amato (Epstein, 1989) e della successiva presa di coscienza dell’incapacità di recuperarlo.

Nel Disturbo Borderline di Personalità il vuoto fa da cornice ad una instabilità che si manifesta sia sul piano emotivo che cognitivo e comportamentale. In alternanza a questa instabilità generale, la persona Borderline entra in uno stato di vuoto nel quale avverte una penosa mancanza di scopi in cui possono verificarsi tendenze all’azione con perdita di controllo in modo impulsivo.

In questi casi si può anche parlare di VUOTO INTERIORE ed è sempre bene chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta quando questa spiacevole sensazione prende il sopravvento.

Tuttavia esiste anche il VUOTO CREATIVO, un vuoto associabile ad alcuni concetti: ad esempio il silenzio per i greci era fondamentale per poter creare qualcosa di utile e saggio, come la passività feconda, nota a chi pianta un seme e attende il germoglio. Ecco quindi che il vuoto qui non è concepito come dannoso bensì come un momento necessario se non addirittura indispensabile per promuovere il processo creativo; qui il VUOTO è condizione necessaria e fondante affinché esso si possa avviare nel modo più autentico possibile: siamo davanti ad un foglio bianco, un nuovo spazio da esplorare è a nostra disposizione.