La noia è creatività!

 

La noia, da sempre, è vissuta e riconosciuta dall’uomo come uno stato emotivo tipicamente negativo. Spesso associato alla pigrizia, in alcune persone può addirittura provocare un senso interiore di vergogna legato al dover ammettere di annoiarsi, per cui ci si sente in “dovere” di mostrarsi agli altri (e anche a sé stessi) come una persona sempre piena di impegni e di cose da fare. Tutti siamo sommersi da appuntamenti, corsi da seguire, attività ricreative o di svago, aperitivi, hobbies e chi più ne ha più ne metta, che esprimiamo verbalmente con frasi del tipo “sono sempre pieno di impegni!” oppure “non mi annoio mai!”.

Andiamo brevemente a guardare alcune definizioni di noia:

1) senso o motivo di malessere interiore, connesso a una prolungata condizione di uniformità e monotonia e talvolta associato a impazienza, irritazione, disgusto ( la noia dell’attesaripetere fino alla noia; avere a noia; ) o di avvilimento psicologico derivante da mancanza d’interessi o da passiva indifferenza nei confronti della vita

2) stato di demotivazione, temporanea o duratura, nata dall’assenza di azione, dall’ozio dall’essere impegnato in un’attività sostenuta da stimoli che si recepiscono come ripetitivi o monotoni o, comunque, contrari a quelli che si reputano più confacenti alle proprie inclinazioni e capacità. Quando la noia assume le proporzioni di una sensazione più accentuata e dolorosa si parla di tedio (dal latino sentire noia)

3) stato psicologico ed esistenziale di insoddisfazione, temporanea o duratura, nata dall’assenza di azione, dall’ozio o dall’essere impegnato in un’attività sostenuta da stimoli che si recepiscono come ripetitivi o monotoni. È caratterizzato da affetti negativi, perdita dell’interesse, dell’attenzione fluttuante, basso grado di attivazione, calo dell’efficienza del lavoro. La noia è una sensazione di vuoto momentaneo, provocato dal fatto che la nostra mente è alla continua ricerca di stimoli.

4) sensazione variegata che mescola di volte in volta, in modo diverso, l’inerzia, la monotonia, l’indifferenza, il fastidio, il distacco, il non senso, e che può tradursi nel non sapere cosa fare, cioè non sapere come impiegare il tempo, come provare interesse o emozioni, come sentirsi vivi e partecipi.

Queste definizioni sono abbastanza simili e rappresentano la noia come un qualcosa di negativo, come un’emozione che non si deve provare e, se si prova, di cui bisogna sbarazzarsi il prima possibile per continuare a “sentirsi vivi”.

Sono molti i modi in cui si cerca di arginare la noia, dalla quotidiana presa in carico di impegni, fino ad arrivare a modalità più pericolose e masochistiche, come l’uso di droghe e alcool, oppure, in termini più generici, la ricerca di esperienze “forti” e di un continuo contatto con gli altri, per non essere o non sentirsi mai soli.

In realtà, siamo sicuri che questa “fuga” non porti a delle conseguenze che possono essere peggio della noia stessa?

Mettendo in azione le strategie di cui sopra, crediamo di avere un controllo, ma realmente ciò che si concretizza è una perdita della vera libertà d’azione e di scelta, perché tutto viene misurato e creato ad hoc proprio in funzione di non annoiarsi mai.

Altra triste conseguenza è che, per paradosso, ci si annoia subito, per tutto, con estrema facilità! Non essendo in grado di tollerarla, non appena ci si presenta, ciò che proviamo è un senso di frustrazione fortissimo, diventa qualcosa di cui spaventarsi, da allontanare, creando quindi stati di ansia e di irrequietezza.

Infine, così facendo ci si preclude un’attività fondamentale per il proprio benessere psicologico: l’introspezione e la conoscenza di sé, su cui non c’è mai il tempo di soffermarci.

Siamo sicuri che ne valga la pena?                                                                                           

E se ribaltassimo un po’ questa accezione così negativa?!

Proviamo a guardarla da un altro punto di vista!

Tutti proviamo o abbiamo provato momenti di noia nella nostra vita, fin da bambini basta uno sbadiglio per far passare il messaggio che ci si sta annoiando. Anche nel mondo più istintivo degli animali la noia esiste e in genere la reazione ad essa è addormentarsi (comportamento che può accadere anche a noi come normale blocco difensivo la cui funzione è quella di creare un distacco da un “sentire” che, in quel momento, non siamo pronti ad accettare ed affrontare)!

L’uomo adulto, invece, sembra non si possa fermare un momento dai propri impegni e doveri, magari facendosi una bella dormita o, meno apprezzabile dalla società, ritrovandosi a bighellonare, ciondolarsi o semplicemente a non fare niente (una frase famosa recitava “Il dolce far nulla”).

Bene, è proprio di questo dolce far nulla di cui, invece, avremmo bisogno!

Staccare la “spina”, anche solo per un’ora o due in modo regolare nell’arco della settimana, ha in realtà un effetto benefico e un fine creativo. Si può prendere un appuntamento in meno in modo da alleggerire il carico di impegni, oppure ci si può impegnare volutamente in un’attività che sappiamo che ci farà annoiare, ma diventa un modo per entrare in contatto con sè stessi.

E’ vero che la mente umana è attratta e sollecitata dagli stimoli esterni, ma quando essi diventano troppi, creando un vero e proprio bombardamento, il sovraccarico cognitivo e psicologico che ne derivano non sono più funzionali allo sviluppo della passione e della creatività.

C’è da aggiungere, inoltre, che la vita si basa sulla compresenza e sull’alternanza di opposti, e la noia costituisce esattamente il polo opposto della passione e della percezione di senso e di pienezza dell’essere. Ecco quindi, in questa ottica, che la noia diventa il polo necessario all’attività psichica e mentale, poiché con la sua presenza ci dà preziose informazioni su ciò che stiamo facendo e, soprattutto, su come stiamo vivendo.

La noia ci può dare in questo modo preziose informazioni su come stiamo spendendo la nostra energia: la sto usando nel modo giusto? Sto coltivando davvero il mio talento? È davvero questo il mio talento? E’ questa la mia natura? Il cervello produce la noia per rispondere a queste domande quando smettiamo di porcele.

Così la noia diventa nostra complice, ci può orientare verso una strada piuttosto che un’altra, può aiutarci a fare piccoli e grandi cambiamenti essenziali alla qualità della vita e soprattutto a scoprire ciò che della vita ci è più affine, ciò che realizziamo al meglio.  Riprendere questi aspetti dimenticati della noia ci aiuta a ricreare con essa un contatto sano ed importante per abitare bene la propria vita.

Dobbiamo imparare ad accettare che esistano dei momenti di noia nella nostra vita che sono molto preziosi, dei momenti in cui non dobbiamo fare niente, in cui possiamo liberare la mente senza pensare a nulla o in cui ci possiamo consapevolmente mettere in contatto con la noia stessa. E’ un concetto che può fare quasi paura ad alcuni, ma porta solo a nuove scoperte, nuove aperture, nuovi stimoli (che non sono originati dal nostro controllo, ma che nascono spontaneamente e che, quindi, sono i più veri) e una nuova conoscenza di sè.

Accettare momenti di noia come qualcosa che non può mancare nella nostra vita comporterà maggiori probabilità che una noia momentanea ci faccia precipitare nel senso di vuoto, d’impotenza e di tempo perso.

Quindi… ogni tanto, annoiamoci!